prefazione per patrizio sigona
C'era una volta..... C'era una volta Viale Egeo,..... C'era una volta Viale Europa, il Caffè Tomeucci,....Cera una volta l'Istituto Suore di Nevers,- alias la mia scuola - e poi il Liceo classico statale Francesco Vivona dove ho terminato gli studi per il mio primo diploma... C'era una volta Roma EUR,dove sono nata, cresciuta e vissuta per tanto tempo.
In Viale Europa, tra Viale Europa, Viale Egeo e Radio Eurosound c'erano gli “amici grandi” e tra loro Patrizio Sigona.
Io ero la più piccola tra loro, e sentivo le mie compagne di classe sul pullman che ci riportava a casa dall'Istituto Suore di Nevers, parlare “dei grandi” di quelli che venivano sotto scuola con la macchina, parlare di Patrizio Sigona... Così, quasi come una specie di francobollo che voleva appiccicarsi per forza anche io ho sostato nel “maggiolone di Peppe con gli altri nell'attesa di organizzare i sabato pomeriggio e i sabato sera.
Poi, come tutti ho conosciuto Radio Eurosound. Erano gli anni di piombo, come tanti avevo preso il mio “credo politico” che malgrado fossi figlia dell'alta borghesia romana era di tutt'altro colore da quello dei ragazzi ai quali tanto nella prima fase adolescenziale per forza mi ero appiccicata, ma, come loro godevo del fatto di essere bene o male un'appartenente alla borghesia del tempo.
Erano gli anni di piombo,il 15 marzo del 1978 avevano prima rapito e poi ucciso Aldo Moro e la sua scorta, più avanti all'Università ci fu l'assassinio di Vittorio Bachelet, nel gennaio 1979, durante una manifestazione non autorizzata fu ucciso, con un colpo di pistola alla nuca, Alberto Giaquinto e, successivamente, fu aggredito quasi mortalmente Stefano Borsini, due ragazzi diametralmente opposti per colore politico, ma entrambi vittime di quegli anni.
Nella mia famiglia si osservavano i grandi veri valori ed io ero molto legata ad alcuni miei cugini da parte di madre con i quali ho passato gran parte della mia infanzia e della mia adolescenza.
Dopo il 1980 la mia vita cambiò: morì una parte di me, ossia mia madre. Ho cambiato improvvisamente vita, mondo. Ho lasciato la mia città per trasferirmi nella vecchia casa di mia nonna in Romagna. Mi sono ritrovata a vivere per un po’ da “bohemien”, poi...la laurea in psicologia, e il giornalismo che tanto avevo sognato, ed infine nel 1993 finalmente la nascita di mia figlia Maria Antonietta! Con lei ho affrontato il mondo, insieme abbiamo ricominciato tutto da capo, ed insieme viviamo e cresciamo giornalmente. Poi ho ritrovato l'amore paterno e l'amicizia di mio padre che mi ha seguito, suo malgrado, e che mi segue sempre vigile e amico nel mio cammino.
Come Patrizio Sigona però mi sono sempre portata dietro – quasi cucito addosso - l'entusiasmo di vedere al mattino appena sveglia tra i raggi del sole nelle fessure della persiana “la polvere che balla”. Ed è con questo entusiasmo che guardando chi di noi, invece ha perso tutto questo dico:”.....ma nessuno saprà mai dire se quello che ha trovato valeva così tanto o era meglio la libertà.....” Ed è con queste righe che – contenta di essere come sono – leggo basita questo volume di Patrizio e con lui alzo il calice con un “cin – cin” tra la “POLVERE CHE BALLA”.
LIA APOSTOLI MONTI